Recensione critica
Entrare in relazione con il mondo
telematico e in particolare con il web, può dare alla stragrande maggioranza delle
persone l’erronea sensazione di avere a che fare con un mondo in cui domina la tecnocrazia, la
simmetria dei sistemi matematici, i logaritmi, i codici alfanumerici e tutto quanto di più
tecnologico sia possibile enumerare.
Ebbene , entrare in webdesigns e scoprire che questa idea è
soltanto
una parte della realtà, è per il viaggiatore rassicurante.
Dopo tanti e tanti
scatti freddi e poco difformi fra loro, qui ci si sente pervasi da una nuova ideologia. E’
come incontrare la brezza primaverile, che ti accarezza il volto e ti scompiglia leggermente i
capelli, ma può essere ancora di più , può essere come quando si è stati colpiti da una visione mistica.
La bellezza
delle immagini, la ricchezza delle cromie, la musicalità
di ogni pagina , di ogni angolo, anche il più nascosto , rendono questo sito ,
e soprattutto rendono la
sua ideatrice, una vera artista dell’informatica. Ci si trova di fronte a qualcosa di
più, a qualcosa che è difficile catalogare, ma certo possiede la
forza del taumaturgo che con il semplice tocco della sua mano lenisce i mali più oscuri.
Immergersi in webdesigns e uscirne rinnovati e risanati è tutt’uno.
Forse non esiste un termine per definire le sensazioni che si
possono provare di fronte alle opere realizzate dalle abili mani e dalla fervida mente creatrice
dell’autrice del sito. Se ci si trovasse dentro le mura di un museo, queste percezioni
vibrazionali di anime, verrebbero definite “la sindrome di Stendhall”. Non voglio dire che
ci si immerge in un rapimento estatico, ma comunque le emozioni che si provano non sono
molto dissimili da esso. E’ il rapporto tecnologico con
il computer che esalta e inibisce al tempo stesso la relazione con le opere, è il
non rapporto con la presenza invisibile dell’autore che rende ancora più indecifrabili
le opere.
Nei suoi templates ricchi
di simbolismi psichici e irradiazioni energetiche appare l’essere umano che
c’è dietro ognuna delle realizzazioni. E’ nelle immagini poste entro cornici
taglienti che si esprimono le figure femminili, life-motive del sito. Nei loro sguardi,
in ciò che cade sotto i loro occhi o che tengono fra le mani, nei punti di
luce che esistono in ogni templates si celano le ansie segrete e le speranze, i dolori e le passioni, che tradiscono la
sensibilità, la fragilità e la forza, la dolcezza e la malinconia dell’essere umano, che si presenta sotto una maschera leggiadra e misteriosa.
Chi sono
In molti templates le donne reggono fra le mani un libro, come la papessa dei tarocchi,
cercano ed entrano in rapporto con la conoscenza, appena, appena disvelata
e con serafica tranquillità la bevono assaporandola piano, piano, custodendola come un bene prezioso.
Magic
In altri, le figure femminili sono poste di schiena, con il volto che
appena si intravvede e questo lascia capire il pensiero pudico dell’autrice, che con grande
umiltà presenta se stessa all’occhio del visitatore, senza imporsi, senza obbligare, ma con estrema
grazia.
Cipria
Bluestar
I fiori, i tocchi di
civetteria, i punti luce, le figure fantastiche e irreali, tutto un mondo onirico, profondo, radicato nell’inconscio collettivo, ove
per taluni alberga il buio, in quest’artista vi è la luminosità degli
spazi riempiti, dei vuoti colmati con la consapevolezza dell’iniziato e dell’amore per il sublime,
per l’immanente e il trascendente, non importa se e dove, purchè sia, con la coscienza di essere.
Strega
Ma è nel volto
del pagliaccio vestito con i colori della fantasia e la tristezza di Pierrot, incorniciato dai colori
di Arlecchino, che si esalta l’anima dell’artista.
E’ nel copricapo nero,
nelle lacrime
che scendono dal cielo, nell’apparente abbandono del corpo stanco, che trapela la presa
di coscienza e la pietà per le sofferenze umane, ma è nei cuori
disegnati sul vestito e in quello appena accennato nel volto, nel collare colorato che circonda le spalle e soprattutto nell’alone di luce che si irradia dal fondoverso la figura, che arriva chiaro un messagio.
Pierrot
E’ l’artista che ci parla
con il linguaggio analogico del proprio inconscio, sono le sue abili mani che lo traducono
per noi, semplici fruitori di questo bene immenso, è l’armonia della figura che trasmette
la speranza, che non
può e non vuole tacere, accettare, apparire, ma afferma il diritto di credere, che
procede come filo di continuità con il passato e si proietta nel futuro.
Adriana Bolchini
Milano, 16 Gennaio 2003

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